Vieni, c’è una casa nel bosco

Quando ero bambino e poi ragazzo, il ferragosto tradizionalmente era una festa familiare. Una famiglia viva e allegramente sgangherata, un rumoroso vociare in fiorentino, con liti, partite a carte, esplorazioni nel bosco e avventure di pesca a mani nude nel torrente, sfuggendo ai guardacaccia. Al centro di tutto c’era una casa allora già mezza diroccata, […]

Attì

Sei entrato nella nostra vita insieme agli anni Novanta. Rumoroso, pittoresco e sgrammaticato come un picaro all’arrembaggio di signore danzanti nei night di periferia. La sigaretta in bocca e quel tuo accento di siciliano mai completamente adattato alla compostezza di questa città ancora grigia. Troncavi le parole con accenti fantasiosi, come le grafiche delle tue […]

Chiamami ancora Maurizio

È difficile contenere mia madre in poche righe, perché era fatta in un modo tutto suo. Era irruente, non contava mai fino a dieci prima di parlare, non era capace di raccontare una bugia o di mantenere un segreto ed era la persona più impulsiva che abbia mai conosciuto. Io e Claudio dicevamo sempre che […]

Chiedimi cos’è la felicità

È stato quando ho superato il quarantesimo chilometro che ho realizzato di avercela fatta. È stato quello il momento in cui ho capito che ogni volta che avevo corso senza averne voglia, col freddo, con la pioggia, con le gambe rotte… ogni volta era servita ad arrivare fino a quell’esatto istante. Non sentivo la stanchezza, […]

A bocca aperta

Forse stai ancora lavorando, da qualche parte. Gli occhi a fessura per il fumo dell’ennesima sigaretta (adesso non può più farti male). Una musica sullo sfondo. Gli attrezzi ordinati sul bancone, come gli strumenti di un medico. Le tue mani grandi sanno dove toccare e creano forme dal nulla. Io ti guardo a bocca aperta. Non ho […]

1 X 2

C’era questo bar, all’angolo della piazza dietro via Domodossola, dove si giocava al Totocalcio. Mio padre mi dava i soldi per la schedina e io mi mettevo diligentemente in coda, in attesa che l’omino dietro il vetro della postazione Sisal la prendesse e ci appiccicasse sopra una lunga lingua di carta verde pallido (a volte […]

L’editore

Un giorno il Capo, che era il Capo e quindi aveva ragione per diritto divino, si trovò per le mani il racconto di un giovane ingenuo e presuntuoso, convinto di poter scrivere dei massimi sistemi senza nemmeno aver imparato a farsi la barba come si deve. Quello che il Capo gli disse rimane ancora oggi […]

Gli occhiali

Una persona muore e rimane intatto il suo odore. Nelle sue stanze. Nei cassetti. Sui vestiti che ha indossato e lasciato dentro l’armadio, una sera. Perché mica lo sapeva che non li avrebbe più messi. E’ buffo, l’odore. Non lo vedi, non ci pensi mai. Ma poi è lui quello che resta addosso alle cose […]