Molto meglio una dignitosa pensione…


I nuovi mostriPremetto. A me [tag]Raimondo Vianello[/tag], quello dei vecchi tempi, piaceva. Eccome se mi piaceva. Il suo essere sempre allampanato ed elegantemente comico (come solo le persone veramente alte sanno fare) mi ha conquistato fin da piccolo. Tanto che quando mi capita di trovare un qualche spezzone dei suoi vecchi numeri in televisione non me lo faccio scappare.

Mi riferisco a quando faceva [tag]Tarzan[/tag] ([tag]"Noi… no"[/tag], 1977, clicca per vedere il video), rivestito di improbabili mutandoni leopardati. Già la sigla era un piacere e per chi non se la ricorda provo a canticchiarne il ritornello: "Ahiaaa…Ma quant’è forte Tarzàn, ma quanto strilla Tarzàn!…".
E mi fermo qua. Senza parlare (perché sennò non finisco più), dei duetti M-E-M-O-R-A-B-I-L-I con il mai troppo compianto [tag]Ugo Tognazzi[/tag] ([tag]"Un, due, tre"[/tag], 1954-59). Roba che non ero ancora nato e già le mie future cellule, sparse equamente fra i corpi di babbo e mamma, già si scompisciavano dalle risate ("Che tu t’intendi di tetti ritinti?")

Poi la vecchiaia, e, soprattutto, l’orrida "[tag]Casa Vianello[/tag]" hanno contribuito a rovinarne il ricordo. Ora, Casa Vianello va avanti da 1988 con lo stesso canovaccio. Lui (il marito in cuor suo ancora scapolo impenitente), lei (la moglie rompicoglioni) e una variegata serie di "altri", dalla cameriera ai vicini di casa. Spesso e volentiere stragnocche delle varie era geologiche televisive riciclate per l’occasione. Dal 1988… Sempre uguale. Stesse battute ("Sandrina!") e stesse scene (il "che noia che barba!" finale nel letto matrimoniale, per esempio).

Solo che se all’inizio i protagonisti erano due aitanti quasi-vecchietti, adesso sono due mummie incartapecorite, congelate fra un ciak e l’altro e tirate fuori per le riprese. Momento in cui a lui viene infilato un cardigan e a lei un paio di occhiali da sole sempre più grandi (e preoccupantemente coprenti). E via, per un altro giro di corsa. Se si aggiunge il fatto che fra un’ibernazione e l’altra i nostri eroi ne approfittano anche per lanciare messaggi pro-nano-presdelcons al pubblico, si capisce che davvero non si può più andare avanti così.

Indi per cui lancio una proposta. Fondiamo un’associazione no profit che convinca gli attori senza più futuro (professionale e non) a ritirarsi in buon ordine e a preferire, finalmente, una dignitosa pensione al richiamo coatto delle scene. Facciamolo adesso, prima che sia troppo tardi e debbano interrompere la sit-com perché alla [tag]Mondaini[/tag] son caduti gli occhiali (rivelando a tutti l’orrido mostro di rughe e ritocchi che da anni si era impossessato di lei… altro che il tenero Sbirulino).

Siamo seri! A quanti non viene un attacco di pietas umana nel vedere, come è successo a me ieri sera, un tremolante Raimondo cercare di convincere la moglie a investire nell’acquisto di un cavallo perché "ci si fa una montagna di soldi"? Un cavallo??? E poi come ci sali? Con l’argano? Ma via! Aiutiamoli a ritirarsi dalle scene, davvero! A noi resterebbe finalmente soltanto il ricordo dei bei tempi andati e a loro la sicurezza di non dover essere imboccati sulle scene, sputacchiando pastine mentre incensano le lodi del premier. Un altro che, in quanto a pensione, dovrebbe davvero iniziare a farci più di un pensierino…

Vaìa

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