Cherubini gratta e vinci


Mi han detto qualche giorno fa: “Sai Tizio Caio? Ha vinto non mi ricordo più se 500 o 5.000 euro al gratta e vinci”. Ora io, che considero Tizio Caio con la stessa simpatia e cordialità con cui potrei dover affrontare un campo minato, io qua un po’ mi incazzo. Non tanto per la mia considerazione del personaggio, quanto per il fatto che essendo lui già ben dotato di suo di liquidità mi trovo di fronte al classico effetto “piove sul bagnato” che ho sempre detestato, sia in positivo che in negativo.

Poi mi calmo e rifletto. In fondo una notizia del genere è un conforto. Sì, perché ad esempio ti spiega tante cose, come ad esempio il successo sfrenato che da duemila anni a questa parte ha la religione cattolica. La vita è una merda? Piove sul bagnato? Chi ha sfiga avrà sfiga, chi ha soldi avrà soldi? Chi ha salute se la tiene e chi non ce l’ha la perde? Non temete. Un’approfondita analisi di marketing ha dimostrato che nell’aldilà chi ha avuto meno otterrà addirittura il regno dei cieli e potrà suonare l’ukulele per l’eternità con una band di cherubini alati e permanentati.

A questo punto però si pone un problema. A ben vedere sempre di marketing. Perché ok per l’eternità, il paradiso e i cherubini con l’ukulele. Bello, per carità. Molto rilassante. Ma se altri in cambio ti promettono novanta vergini pronte a sollazzare “for ever and ever” ogni tua più sfrenata fantasia erotica, spiegatemi perché diavolo non debba dargli retta. Altro che nuvolette bianche e cori angelici.

Per cui lo vedi a cosa mi hai costretto, maledetto Tizio Caio, con la tua evitabilissima vincita? Hai indotto un ateo scellerato come me a prendere in seria considerazione l’ipotesi di una conversione forzata e mirata a puri motivi di sesso facile, gratis e sicuro. Ti pare? Lascia almeno che mi consoli pensando alla tua faccia, quando mi vedrai arrivare col passo sicuro, il giubbotto un po’ troppo imbottito per la stagione e un sorriso serafico sulla bocca. Ti prometto, non sentirai nulla. Guarda, ho già l’innesco pronto in mano. Sorridi, dai. Non ti senti fortunato?

Vaìa

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