«Che palle sto Web 2.0!»


Lo avrà ben pensato la povera Allison Stokke, oggi agli onori della cronaca su molti quotidiani italiani (ne linko uno per maggiori informazioni) per essere diventata, suo malgrado, una star di Internet.

O meglio, del Web 2.0, quello dove ci sono tante cose meravigliose e incredibili possibilità. Ma dove basta anche solo ruttare ridendo in faccia a una webcam per diventare l’idolo di migliaia di persone in tutto il mondo.

Lei non ha fatto nulla per cercarsi questo onere. Saltava con l’asta nelle gare statunitensi ed essendo una gran bella ragazza l’hanno notata, fotografata, filmata e "passaparolata" fra le pieghe del social webbing. Il risultato è che adesso la sua vita è stata come violata e lei, cito testualmente, ritiene di «essere vittima di un crimine».

Insomma. Più di una volta mi è capitato di storcere il naso davanti a certe manifestazioni di problemi relazionali, idiozia e voyerismo che emergevano dalla Rete (come filmarsi mentre si sfreccia a 300 all’ora in moto o passare ore immedesimato in un avatar di second life). Adesso si scopre anche l’altra faccia della medaglia… le molestie virtuali. Con tanti bei saluti alla privacy della gente, oltretutto.

Ma davvero siamo tutti contenti e soddisfatti di sapere e far sapere sempre e comunque chi siamo e cosa facciamo nel mondo? Io ho iniziato a rispondere di no da un bel po’ di tempo. Oltre a ragionare perfino sulla necessità di avere un blog, lo ammetto. Salvo poi scriverci puntualmente. Un po’ di "real life" in più, davvero, non guasterebbe.

Vaìa

Commenti da Facebook:


12 thoughts on “«Che palle sto Web 2.0!»

  1. Non è solo twitter… anzi twitter è innoquo. Posso non trovarlo divertente, ma è solo un modo per chicchierare fra amici. Anche in modo utile, se pensiamo alla diretta topix di Axell…

    Quello che mi rende sgomento, sul serio, è l’enorme massa di casi umani che grazie agli strumenti del web 2.0 può avere la propria chanche di inquinare la rete. O di rompere le balle al prossimo.

    In fondo è l’eterna questione della natura umana. Noi siamo fatti così, la tecnologia di oggi sovraespone delle nostre tendenze (più o meno malate) che esisterebbero comunque, ma che prima non potevano essere viste in modo tanto semplice e capillare.

    In breve. Io continuo a tener fede a due principi: quello latino del “res tenet, verba sequentur” (se hai qualcosa da dire sai come dirlo) e quello guzzantiano dell’arborigeno australiano dotato di wi-fi e di noi cittadini ipertecnologici. Possiano pure parlarci in ogni momento grazie alle grandi tecnologie dell’informazione. Ma in fondo “io e te, arbori’, che cazzo ce dovemo dì?”.

    Ormai mi pare che abbiamo sempre meno cose da dire e sempre più mezzi per farlo. A vuoto.

  2. basta solo essere equilibrati e poi se uno vuole essere meno reale e più virtuale che male c’è, in fondo lo facevano e lo fanno anche i poeti… no?

  3. La Rete (se usata bene) può dare una visibilità enorme anche a chi non ha la possibilità di accedere ai media tradizionali (es. apparire in TV). Questa cosa può essere un esempio della democraticità della Rete, ma rappresenta al tempo stesso uno dei nodi cruciali riguardanti il problema della privacy.
    Io, dopo aver letto questo e altri post riguerdanti Allison Stokke, ho cercato alcuni video si YouTube e sono andato alla riceca di alcune foto. La ragazza è molto carina, ma non ho trovato nulla che possa giustificare questo attaccamento moroso nei confronti di qusta ragazza che ha perso la sua vita privata a causa delle Rete.
    Tutto ciò, secondo me, dovrebbe farci riflettere sulle potenzialità della Rete, ma anche sugli usi che di esa se ne fanno, perchè le potenzialità si trsformano facilmente in un arma se usate in modo improprio (come credo in questo caso).
    Allison Stokke, tuttavia, potrbbe sfruttare a suo favore tutta la vicenda prestando il volto ad uno spot pubblicitario, visto che la privacy ormai è persa, almeno ci guadagna qualcosa… ;-)

    salpetti.wordpress.com

  4. Io spero proprio che non lo faccia… Sarebbe un bel segnale che esistono ancora persone normali e non webdipendenti… Ma anche io me lo sono immaginata questa situazione. Cmq piacere di conoscerti, Salpetti

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